Come posso amare la mia vita quando questa è possibile solo dalla morte di molti miei fratelli !?
Non mi riferisco soltanto a coloro cui rubo tutta l’acqua da bere o tutto il grano da mangiare in cambio di “aiuti” che mi permettono di continuare a derubarli.
Mi riferisco anche a tutti i fratelli che uccido senza dargli minima possibilità di sopravvivenza.
Tutti i fratelli che uccido col mitra in mano, perché la guerra serve a far muovere la macchina che mi tiene in vita.
Una macchina invisibile che “trasferisce” vita da una parte all’altra del mondo con la stessa facilità con cui fa sparire e riapparire denaro da quella a quell’altra parte del mondo.
Come posso amare la mia vita quando essa stessa sta distruggendo le condizione che l’hanno permessa !?
Ognuno di noi ha tanti fantasmi attorno, i fantasmi dei fratelli che loro malgrado hanno sacrificato la loro vita per la nostra.
Il nostro ringraziamento?
Continuare a vivere, ed oserei dire, osannare tutto ciò che alimenta la macchina invisibile.
Rifiutare ospitalità a coloro i quali rubiamo il pane.
Provare pena per coloro i quali non siamo disposti a ricambiare la cortesia.
Una sola cosa mi fa sopportare l’essenza meschina della mia vita; il fatto che coloro cui rubo l’acqua, il riso, la vita non sono indifesi, hanno un arma di cui io non dispongo: il sorriso.
In questo si intravede finalmente un briciolo di giustizia io sono condannato a scontare il mio ergastolo di tristezza, sia pure mascherato da quel finto sorriso che mi ritrovo, mentre devo rassegnarmi a non poter rubare alla vittima anche la felicità.
In ricordo di un’altra strage del nostro tempo mi piacerebbe concludere semplicemente con un: RESTIAMO UMANI.
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