Alle volte risulta più conveniente, alla classe politica, nascondere e occultare vere e proprie vergogne, dimenticate dai libri di storia. La legge n. 92 del 30 marzo 2004 ha concesso un riconoscimento, istituendo la "Giornata del ricordo, in onore delle vittime delle foibe, aventi una colpa: essere italiane o contrarie al regime comunista.Le foibe sono delle cavità naturali presenti sul Carso (altipiano alle spalle di Trieste e dell'Istria). Alla fine del secondo conflitto mondiale i partigiani comunisti di Tito vi gettarono migliaia di persone, alcune dopo averle anche fucilate, altre ancora vive. Purtroppo è impossibile quantificare le vittime delle foibe, ma circa 1.000 sono le salme esumate e diverse cavità sono irraggiungibili, a 60 anni di distanza.. Approssimativamente sono 6.000 - 7.000 persone uccise nelle Foibe, alla quali vanno aggiunte più altre 3.000 scomparse nei gulag, ossia i campi di concentramento del regime di Tito. Gli infoibati erano prevalentemente italiani e tutti coloro che si opponevano al regime comunista titino. Vi erano anche sloveni e croati, mentre tra gli italiani gli ex fascisti e gente comune che aveva la sola colpa di essere italiana o anti-comunista. Le vittime dei titini venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba, dove gli aguzzini bloccavano i loro polsi e i piedi, tramite filo di ferro, ogni singola persona, servendosi anche di di pinze, e legavano gli uni agli altri sempre attraverso fil di ferro.
Così
come è inopportuno il negazionismo sulla shoah, è giusto anche non
continuare più a nascondere tale ferita, ancora apertissima, della
storia italiana. Quando inizieremo a fare ciò potremo dire che l'Italia
e gli italiani hanno ancora un pizzico di patriottismo, una
consapevolezza della storia del loro paese, altrimenti la festa dei 150
anni dell'unità d'Italia sarà stata solo il frutto di una grande
ipocrisia. Per carità, non voglio innescare alcuna polemica ma, quando
si parla di patriottismo, occorre esserlo sempre e onorare il proprio
paese in ogni singolo momento della propria vita. W l'Italia.
Federico Tringali
Nessun commento:
Posta un commento