V
EDUCAZIONE FISICA
DE COUBERTIN E LE OLIMPIADI
Ma se una coesistenza pacifica di culture diverse, come ai tempi di Alessandro il Grande, è continuamente messa in discussione dai fatti, se pare che il messaggio di solidarietà espresso da Leopardi ne La ginestra sia lontano dallʼessere colto, ci sono comunque alcuni eventi che infondono fiducia. Uno su tutti è lo svolgimento della XIX edizione dei mondiali di calcio in Sud-Africa. In un paese in cui fino a ventʼanni fa vigeva il regime dellʼApartheid, oggi bianchi e neri sono uniti nello sport e nellʼimpegno per la risoluzione degli atavici problemi del paese: povertà e analfabetizzazione. Lʼennesima prova che lo sport rappresenta un importante strumento di educazione e coesione sociale, oltre ad essere diventato oggi unʼimportante vetrina e unʼefficacissima calamita di flussi economici.
Lʼintento di fare dello sport un viatico degli ideali di lealtà, di corretto agonismo, di affratellamento e di tolleranza fra i popoli nellʼetà moderna fu portato avanti da un francese: Pierre de Coubertin ( 1863-1937). De Coubertin, in un momento di esasperato nazionalismo, cercò appoggi in tutto il mondo per il suo progetto di far rinascere lo spirito dei giochi olimpici. NellʼAntica Grecia i giochi olimpici, oltre ad avere una valenza religiosa, esaltavano il senso di lealtà e lo spirito agonistico. Essi si svolgevano ogni quattro anni in estate e duravano 6 giorni, durante i quali si instaurava la "tregua sacra". Nessun nuovo conflitto poteva iniziare e le battaglie in corso venivano sospese in modo che gli atleti potessero gareggiare. La prima Olimpiade si svolse nel 776 a.C., nel 393 d.C. lʼimperatore Teodosio con un editto, sotto la pressione del vescovo di Milano Ambrogio, mise fino ai giochi in quanto rappresentazione di riti pagani. Il Cristianesimo, a quel tempo, proponendosi la salvezza dellʼanima dellʼuomo, espresse un giudizio negativo su tutte le attività del corpo, ponendo scarsa attenzione allʼalto valore morale e formativo che lʼattività sportiva e, in particolare, i Giochi Panellenici avevano per i Greci. 14 secoli dopo De Coubertin, pedagogo sportivo ed educatore di fama, riprese i principi dellʼinglese Thomas Arnold (1795-1842) , secondo cui lo sport esercita notevoli influenze sulla vita e sullʼeducazione dei giovani, favorisce lʼequilibrio tra il corpo e la mente, stimola lʼentusiasmo, appaga lʼimmaginazione e i sensi, produce una sana stanchezza. Egli si convinse che la pratica dello sport potesse essere una via per la formazione dei cittadini, e quindi avesse una funzione non solo educativa ma anche sociale e politica.
Al Congresso internazionale di Parigi da lui convocato presso la Sorbona nel 1894, oltre ad essere fondato il CIO, fu stabilito che il 6 aprile del 1896 si sarebbero inaugurati ad Atene i Giochi della Prima Olimpiade dellʼEra Moderna. Lʼevento fu un successo. La Grecia chiese di divenire sede permanente di tutti i futuri giochi olimpici, ma il CIO decise che le olimpiadi avrebbero dovuto essere organizzate di volta in volta in una nazione diversa. Ma contrariamente alle speranze del barone De Coubertin, le Olimpiadi non impedirono le guerre. I Giochi del 1916 furono cancellati a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, e lo stesso avvenne per i giochi del 1940 e 1944, a causa della Seconda Guerra mondiale. Inoltre, i vincitori della prima guerra mondiale impedirono alle nazioni sconfitte di partecipare alle Olimpiadi del 1920. Lo stesso accadde nel 1948; tutte le nazioni che persero la II Guerra Mondiale (tranne l'Italia, a cui venne riconosciuta l'attenuante di aver dichiarato guerra, dopo l'armistizio del 1943, all'invasore tedesco) vennero escluse dai Giochi di Londra. Altro motivo di divisione fu la decisione dellʼURSS di organizzare dal 1928, e fino al 1952, dei giochi alternativi denominati Spartachiadi, cui parteciparono molti atleti comunisti. Ai giochi di Città del Messico del 1968 due atleti afroamericani, della squadra di atletica leggera, durante lʼesecuzione dellʼinno statunitense alla cerimonia di premiazione dei 200 metri eseguirono il saluto delle Pantere Nere, per denunciare il razzismo contro gli afro-americani negli Stati Uniti. Nelle Olimpiadi di Monaco del 1972 un gruppo di terroristi palestinesi prese in ostaggio 11 membri della squadra olimpica israeliana. Il tentativo di liberazione delle forze dellʼordine finì in un bagno di sangue: morirono tutti gli atleti, 5 terroristi ed un poliziotto. Nel 1980 i giochi di Mosca furono boicottati dagli USA insieme ad altri paesi del blocco occidentale a causa dellʼinvasione sovietica dellʼAfghanistan. Per reazione, i sovietici e i loro partner del blocco orientale boicottarono i successivi Giochi di Los Angeles nel 1984. La speranza che le Olimpiadi moderne possano divenire veicolo di pace e fratellanza si scontra tuttora con importanti interessi economici, come è stato dimostrato dai Giochi di Pechino 2008. Nonostante il governo cinese fino a poche settimane prima si fosse reso colpevole di dure repressioni ai danni della popolazione tibetana, in lotta per lʼautonomia, le gare si sono svolte come se nulla fosse accaduto.
EDUCAZIONE FISICA
DE COUBERTIN E LE OLIMPIADI
Ma se una coesistenza pacifica di culture diverse, come ai tempi di Alessandro il Grande, è continuamente messa in discussione dai fatti, se pare che il messaggio di solidarietà espresso da Leopardi ne La ginestra sia lontano dallʼessere colto, ci sono comunque alcuni eventi che infondono fiducia. Uno su tutti è lo svolgimento della XIX edizione dei mondiali di calcio in Sud-Africa. In un paese in cui fino a ventʼanni fa vigeva il regime dellʼApartheid, oggi bianchi e neri sono uniti nello sport e nellʼimpegno per la risoluzione degli atavici problemi del paese: povertà e analfabetizzazione. Lʼennesima prova che lo sport rappresenta un importante strumento di educazione e coesione sociale, oltre ad essere diventato oggi unʼimportante vetrina e unʼefficacissima calamita di flussi economici.
Lʼintento di fare dello sport un viatico degli ideali di lealtà, di corretto agonismo, di affratellamento e di tolleranza fra i popoli nellʼetà moderna fu portato avanti da un francese: Pierre de Coubertin ( 1863-1937). De Coubertin, in un momento di esasperato nazionalismo, cercò appoggi in tutto il mondo per il suo progetto di far rinascere lo spirito dei giochi olimpici. NellʼAntica Grecia i giochi olimpici, oltre ad avere una valenza religiosa, esaltavano il senso di lealtà e lo spirito agonistico. Essi si svolgevano ogni quattro anni in estate e duravano 6 giorni, durante i quali si instaurava la "tregua sacra". Nessun nuovo conflitto poteva iniziare e le battaglie in corso venivano sospese in modo che gli atleti potessero gareggiare. La prima Olimpiade si svolse nel 776 a.C., nel 393 d.C. lʼimperatore Teodosio con un editto, sotto la pressione del vescovo di Milano Ambrogio, mise fino ai giochi in quanto rappresentazione di riti pagani. Il Cristianesimo, a quel tempo, proponendosi la salvezza dellʼanima dellʼuomo, espresse un giudizio negativo su tutte le attività del corpo, ponendo scarsa attenzione allʼalto valore morale e formativo che lʼattività sportiva e, in particolare, i Giochi Panellenici avevano per i Greci. 14 secoli dopo De Coubertin, pedagogo sportivo ed educatore di fama, riprese i principi dellʼinglese Thomas Arnold (1795-1842) , secondo cui lo sport esercita notevoli influenze sulla vita e sullʼeducazione dei giovani, favorisce lʼequilibrio tra il corpo e la mente, stimola lʼentusiasmo, appaga lʼimmaginazione e i sensi, produce una sana stanchezza. Egli si convinse che la pratica dello sport potesse essere una via per la formazione dei cittadini, e quindi avesse una funzione non solo educativa ma anche sociale e politica.
Al Congresso internazionale di Parigi da lui convocato presso la Sorbona nel 1894, oltre ad essere fondato il CIO, fu stabilito che il 6 aprile del 1896 si sarebbero inaugurati ad Atene i Giochi della Prima Olimpiade dellʼEra Moderna. Lʼevento fu un successo. La Grecia chiese di divenire sede permanente di tutti i futuri giochi olimpici, ma il CIO decise che le olimpiadi avrebbero dovuto essere organizzate di volta in volta in una nazione diversa. Ma contrariamente alle speranze del barone De Coubertin, le Olimpiadi non impedirono le guerre. I Giochi del 1916 furono cancellati a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, e lo stesso avvenne per i giochi del 1940 e 1944, a causa della Seconda Guerra mondiale. Inoltre, i vincitori della prima guerra mondiale impedirono alle nazioni sconfitte di partecipare alle Olimpiadi del 1920. Lo stesso accadde nel 1948; tutte le nazioni che persero la II Guerra Mondiale (tranne l'Italia, a cui venne riconosciuta l'attenuante di aver dichiarato guerra, dopo l'armistizio del 1943, all'invasore tedesco) vennero escluse dai Giochi di Londra. Altro motivo di divisione fu la decisione dellʼURSS di organizzare dal 1928, e fino al 1952, dei giochi alternativi denominati Spartachiadi, cui parteciparono molti atleti comunisti. Ai giochi di Città del Messico del 1968 due atleti afroamericani, della squadra di atletica leggera, durante lʼesecuzione dellʼinno statunitense alla cerimonia di premiazione dei 200 metri eseguirono il saluto delle Pantere Nere, per denunciare il razzismo contro gli afro-americani negli Stati Uniti. Nelle Olimpiadi di Monaco del 1972 un gruppo di terroristi palestinesi prese in ostaggio 11 membri della squadra olimpica israeliana. Il tentativo di liberazione delle forze dellʼordine finì in un bagno di sangue: morirono tutti gli atleti, 5 terroristi ed un poliziotto. Nel 1980 i giochi di Mosca furono boicottati dagli USA insieme ad altri paesi del blocco occidentale a causa dellʼinvasione sovietica dellʼAfghanistan. Per reazione, i sovietici e i loro partner del blocco orientale boicottarono i successivi Giochi di Los Angeles nel 1984. La speranza che le Olimpiadi moderne possano divenire veicolo di pace e fratellanza si scontra tuttora con importanti interessi economici, come è stato dimostrato dai Giochi di Pechino 2008. Nonostante il governo cinese fino a poche settimane prima si fosse reso colpevole di dure repressioni ai danni della popolazione tibetana, in lotta per lʼautonomia, le gare si sono svolte come se nulla fosse accaduto.
Fabrizio G. Vaccaro
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