venerdì 3 dicembre 2010

MEDIO ORIENTE. L'UTOPIA DELLA PACE. 3/17

II
LINGUA ITALIANA
LA GINESTRA DI GIACOMO LEOPARDI

Dalle conquiste di Alessandro si ricava una speranza tuttora presente nellʼuomo contemporaneo: il superamento delle diversità come muri invalicabili. LʼEllenica e la Persiana erano due civiltà diverse tra loro, che per decenni si erano guardate con sospetto. Ma durante lʼellenismo si assistette a un completo sincretismo antropologico-culturale tra esse. Oggi, a più di duemila anni di distanza, molti si augurano che ciò possa ripetersi in molte regioni del pianeta dove le differenze religiose ed etniche, o gli interessi economici, si intrecciano nellʼalimentare perpetui stati di guerra. I 14 punti di Woodrow Wilson (1918), la nascita dellʼONU (1945), lʼaver vissuto il dramma di due guerre mondiali non è bastato a migliorare la situazione. Ciò appare in particolare su una regione della terra che appare particolarmente dilaniata dallʼodio, talora fomentato ad hoc da potenze straniere per garantirsi interessi economico-politici su di essa: il Medio Oriente. Lʼoperazione Piombo Fuso del Dicembre 2009, le minacce al mondo occidentale dellʼiraniano Ahmadinejad, lʼoccupazione statunitense di Iraq e Afghanistan, la nascita del terrorismo islamico sono tutti fattori che ci fanno comprendere come la zona sia una bomba ad orologeria che in tutti modi i paesi del primo mondo cercano di disinnescare e piegare ai propri interessi. A inizio Novecento la zona era cruciale dal punto di vista logistico, posta al centro dei tre continenti asiatico, africano, europeo. Nella seconda metà del Novecento a ciò si aggiunse la scoperta dei più grandi giacimenti petroliferi del pianeta, una fonte di energia indispensabile per lo sviluppo del primo mondo. E così lʼinvadente interesse dellʼOccidente, ma anche dellʼURSS della guerra fredda, per questo angolo di terra dal glorioso passato ha generato violenza e odio ancora lontani dallo scomparire. Lʼelenco delle guerre succedutesi in questa regione è infatti lunghissimo.

Tutto ciò non può che riportare al pensiero espresso nella “ La ginestra o il fiore del deserto” da un grande del XIX secolo: Giacomo Leopardi. Ci si riferisce in particolare al seguente passo:
[...]
Nobil natura è quella
che a sollevar s'ardisce
gli occhi mortali incontra
al comun fato, e che con franca lingua,
115. nulla al ver detraendo,
confessa il mal che ci fu dato in sorte,
e il basso stato e frale;
quella che grande e forte
mostra sé nel soffrir, né gli odii e l'ire
120. fraterne, ancor più gravi
d'ogni altro danno, accresce
alle miserie sue, l'uomo incolpando
del suo dolor, ma dà la colpa a quella
che veramente è rea, che de' mortali
125. madre è di parto e di voler matrigna.
Costei chiama inimica; e incontro a questa
congiunta esser pensando,
siccome è il vero, ed ordinata in pria
l'umana compagnia,
130. tutti fra sé confederati estima
gli uomini, e tutti abbraccia
con vero amor, porgendo
valida e pronta ed aspettando aita
negli alterni perigli e nelle angosce
135. della guerra comune. [...]
145. Così fatti pensieri
quando fien, come fur, palesi al volgo,
e quell'orror che primo
contra l'empia natura
strinse i mortali in social catena,
150. fia ricondotto in parte
da verace saper, l'onesto e il retto
conversar cittadino,
e giustizia e pietade, altra radice
avranno allor che non superbe fole,
155. ove fondata probità del volgo
così star suole in piede
quale star può quel ch'ha in error la sede.
[...]
Fabrizio G. Vaccaro

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