Storie dolorosissime che però BISOGNA vedere per comprendere davvero ciò di cui si sta parlando. Citando i Queen "No wrong, no right. I'm gonna tell you there's no black and no white".
@Gabriele. Ripensando alle nostre "ultime" discussioni. Chi semina vento raccoglie tempesta. Credo che i palestinesi siano fin troppo buoni con gli israeliani. Credi che se questi ultimi avessero occupato l'Italia li avremmo accolti a braccia aperte? Che avremmo dato loro la penisola per trasferirci nelle isole?
Gli israeliani non devono sorprendersi per gli attentati che subiscono. Loro sanno che in ogni istante stanno compiendo un'ingiustizia. E che si assumano le loro responsabilità dunque.
Poi che i figli pagano le colpe dei padri è un altro discorso.
Gli ebrei hanno tolto ai mussulmani un territorio che loro avevano tolto ai crociati che l'avevano riconquistato dagli stessi mussulmani che l'avevano tolto ai bizantini che l'avevano tolto ai romani che l'avevano tolto credo ai greci che a loro volta l'avevano tolto ai persiani che... e così potremmo inutilmente andare indietro nel tempo fino alle lotte fratricide tra i primi cavernicoli.
Gli Israeliani hanno fatto una guerra che (attenzione! come tutte le guerre ) è sbagliata, ma dopo che la vittoria di una delle parti la cosa sarebbe dovuta e potuta finire lì, invece di inizizre guerriglie e faide che perdurano fino al giorno d'oggi e provocano stragi d'INNOCENTI (non dimentichiamolo. E' poi imprescindibile fare una nettissimaa distinzione fra le colpe della classe politica e la presunta inferiorità d'un popolo rispetto ad un altro: quello si chiama neo-ANTISEMITISMO, e giunto a quel punto non importa + chi sia ad avere torto e chi ad aver ragione, io mi tiro indietro e chiudo tutte le porte al mai sopito giustificazionismo ed al più che mai dilagante negazionismo.
Cercare solo verifiche e non falsificazioni ad una teoria è sbagliatissimo, com'è sbagliatissimo guardare alla storia come fosse un risiko ed alle vite delle persone come fossero pedine in gioco. Il documentario 'Madri' per una volta passa dalla macrostoria alla microstoria, intervistando madri straziate dal dolore supremo, quello della perdità del proprio figlio.
Sembra che tu proprio non sia riuscito a comprendere la vera essenza del film 'Madri': le donne israeliane e quelle palestinesi sono riuscite a far pace (tra di loro e con la perdità subìta ), a volersi bene ed a condividere le proprie sofferenze come fossero un'unica comune sofferenza... ma è importante sottilineare che sono state capaci di farlo solamente dopo essersi frequentate per lungo tempo ed essersi dunque conosciute di persona.
Solo un programma transnazionale ha permesso loro di conoscersi e soprattutto di riconoscersi l'un l'altra quali madri. Tutte con esperienze simili ed un sentimento universale; senza altre etichette.
Parto da uno spunto non mio: avevi mai riflettuto sul fatto che esiste il termine vedova, il termine orfana, ma non esiste una parola per definire la condizione d'un genitore che ha subìto la perdita d'un figlio? Fa pensare, vero? Evidentemente la generazione d'un figlio per sua natura non contempla il fatto che si possa sopravvivere a chi che s'è portato alla luce, cresciuto, e vissuto come unico senso della propria vita. La creazione d'una vita è di per se una facoltà divina, perché garantisce una sorta d'immortatalità, o comunque un futuro sia al proprio dna che alla propria culura, e (si spera ) la propria sopravvivenza nei ricordi più positivi ed insostituibili di chi ci succede. L'universalità e l'assolutezza (nel tempo e nello spazio ) di questi sentimenti sono il senso profondo del documentario di Barbara Cupisti.
Il primo che rinuncia a vendicare i propri morti è l'unico eroe che dev'essere celebrato. Invece d'idolatrare il razzista Malcom X o il sanguinario Ernesto Guevara (l'icona della mia adolescenza ), bisognerebbe prendere ad esempio Gandhi e Maria di Nazaret (nonostante io non sia affatto religioso ) per la potenza benefica del proprio saacrificio. L'amore incondizionato per l'essere umano al di là d'ogni illusoria distinzione, è la soluzione ultima ed unica per la nostra salvezza.
Sicuramente mi considererai retorico, eccessivamente sentimentale, e pure buonista; non posso escludere di esserlo. Però conosco troppo profondamente (ben + di quanto tu possa immaginare ) la Sofferenza ed il Male per poterli augurare a qualcun'altro. Un popolo, martoriato e/o colpevole che sia, è fatto di persone, persone che come tali meritano rispetto ed empatia. Non esistono obbiezioni che reggano. Perdonami per i refusi in questi commenti, ma ho scritto di getto, e non ci sono per niente abituato.
Come amara conclusione, per onestà intellettuale devo dirti che temo che sarò costretto a fare una segnalazione per la frase "Credo che i palestinesi siano fin troppo buoni con gli israeliani.", dato il contesto in cui era inserita e dato che non è la prima volta che sull'Agorà Spartana vengono dati spazio ed eco a certi faziosi ed intolleranti contributi, dal contenuto semplicemente inaccettabile. Mi dipiace molto ma non posso tradire i miei ideali anarchici e la mia indipendenza spirituale, nemmeno di fronte ad un amico vero.
Ribadisco che per me i palestinesi sono fin troppo buoni con gli israeliani, e Malcolm X non era razzista.
Non condivido il fatto che dopo avere subito l'occupazione ebraica della palestina, i palestinesi avrebbero dovuto accettare di essere ghettizzati in casa propria.
Piuttosto gli israeliani è da quando hanno subito l'olocausto che fanno le vittime. In realtà sono i peggiori dei carnefici. Perpetrano angherie che loro stessi hanno subito per secoli, e che dunque dovrebbero comprendere.
Mi dirai che sono astratto, che la sofferenza è sofferenza per un arabo, così come per un israeliano. E' chiaro che i figli pagano le colpe dei padri; che i giusti pagano anche per i malvagi. Ma che possiamo farci? Nella vita se non si ha il coraggio di remare contro l'ingiustizia, e lasciarsi trasportare da essa si è comunque in torto.
Io faccio una scelta di campo. L'amicizia tra alcune donne palestinesi e israeliane è una sciocchezza in confronto a quello che ogni giorno si consuma in quelle terre.
E' ora che gli israeliani rendano ciò che hanno rubato.
Ho il vizio di rispondere punto per punto, non prenderlo come un'insolenza:
<> Mai detto, in Sud Africa non hanno fatto così. Tutta la differenza sta nel coraggio che ha avuto Mandela quando mentre guidava è stato fermato dalla polizia (che aveva diramato il suo mandato di cattura ), e lì ha dovuto decidere se farsi arrestare, torturare e imprigionare per decine di anni, oppure se prendere la pistola che aveva a portata di mano, uccidere il poliziotto e rimanere libero. Beato il popolo che non ha bisogno di eroi perché ce l'ha già.
<> Beh, io so che promulgava una qualche superiorità degli afroamericani rispetto ai bianchi, in nome delle sofferenze subìte, esattamente come gli ebrei.
<> Anch'io. Sto dalla parte giusta, quella di chi non si stanca di volerne sapere di più per poterne capire sempre di più, senza atti di fede incondizionata che portano solo all'oscurantismo mentale.
<> Anche i padri erano costretti a compiere errori, costretti da ordini militari, dall'educazione ricevuta, dagl'istinti di vendetta favoriti dai lavaggi del cervello della propaganda. Nessuno è libero finché non ci si rende d'essere prigioniero di idee e decisioni altrui, e solo in quel momento si può tentare di liberarsi in parte.
<> Non sai quello che dici, io non ho potuto scegliere praticamente nulla della mia vita, e se non ce l'hai la forza di remare contro il destino non è colpa tua, bensì della vita. Quello che possiamo farci è smetterla di vedere tutto in bianco & nero, prima ci si rende conto che il mondo è fatto di sfumature di grigi e prima si può imparare a distinguere la differenza tra un grigio e l'altro. Sperando d'imparare un giorno a vedere a colori.
<> Sbagliato, non è solo amicizia o tolleranza, è condividere un'orrenda esperienza comune, per poi riuscire a dimenticarsi chi viene da un lato del muro e chi dall'altro, non riconoscendosi per nient'altro che sia la propria unicità: Einstein quando -all'arrivo negli stati uniti- gli venne chiesto a quale gruppo raziale appartenesse, rispose "Alla razza umana". Quella non è una sciocchezza, il perdono è LA Soluzione, l'unica.
<> In Israele/Palestina c'è spazio per tutti e due, non c'è bisogno di rubarlo.
Te lo dico bruscamente: che ne sai tanto (al contrario di me ) ma ne hai capito molto poco, lo si capisce dal fatto che parli ancora di Ebrei/Israeliani e non fai distinzioni tra stato, singolo governo, singola città, singola famiglia, singolo periodo storico... Come tutti sono profondamente influenzato dalla mia epoca, dalla mia educazione, dalla mia classe sociale, dalla mia nazionalità, dalla mia regionalità, dalla mia città, dalle persone che per caso ho incontrato e così via, ma proprio perché ne sono conscio posso cercare di definire meglio la mia individualità ed unicità. Per capirci: non sono completamente cattolico né del tutto europeo né totalmente di sinistra... in compenso sono assolutamente me stesso. La prenderai come una favoletta di patetico ecumenismo, ma credo che tu abbia potuto intuire che la mia concezione della vita è più vicina al teatro drammatico/grottesco che alla favola a lieto fine.
Un giorno mi auguro che riuscirai a leggere il mondo senza la lente distorta della concezione, preferendole la miopia volontaria della percezione aperta, che impedisce di mettere a fuoco la pagliuzza nell'occhio dell'altro ma permette di togliere la trave dal nostro e di posare lo sguardo quando e dove si vuole. Confrontati con chi la pensa diversamente da te più che con chi ti approva. Cerca il difetto in tutto ciò con cui ti trovi d'accordo ed il pregio in (quasi ) tutto ciò con cui dissenti, arriverai ad apprezzare meglio ambedue le cose. Non mi credi? Provaci, costa tanto tempo e fatica ma credo che sia una delle poche cose per cui valga la pena impegnarsi.
Ho il vizio di rispondere punto per punto, non prenderlo come un'insolenza:
"Non condivido il fatto che dopo avere subito l'occupazione ebraica della palestina, i palestinesi avrebbero dovuto accettare di essere ghettizzati in casa propria" Mai detto questo, in Sud Africa non hanno fatto così. Tutta la differenza sta nel coraggio che ha avuto Mandela quando mentre guidava è stato fermato dalla polizia (che aveva diramato il suo mandato di cattura ), e lì ha dovuto decidere se farsi arrestare, torturare e imprigionare per decine di anni, oppure se prendere la pistola che aveva a portata di mano, uccidere il poliziotto e rimanere libero. Beato il popolo che non ha bisogno di eroi perché ce l'ha già.
"Malcolm X non era razzista" Beh, io so che promulgava una qualche superiorità degli afroamericani rispetto ai bianchi, in nome delle sofferenze subìte, esattamente come gli ebrei.
"Io faccio una scelta di campo" Anch'io. Sto dalla parte giusta, quella di chi non si stanca di volerne sapere di più per poterne capire sempre di più, senza atti di fede incondizionata che portano solo all'oscurantismo mentale.
"Mi dirai che sono astratto, che la sofferenza è sofferenza per un arabo, così come per un israeliano. E' chiaro che i figli pagano le colpe dei padri; che i giusti pagano anche per i malvagi." Da quello che dici sembri non conoscere la vera Sofferenza. Anche i padri che compivano errori probabilmente lo facevano perché anche loro costretti, costretti da ordini militari, dall'educazione ricevuta, dagl'istinti di vendetta favoriti dai lavaggi del cervello della propaganda. Nessuno è libero finché non ci si rende d'essere prigioniero di idee e decisioni altrui, e solo in quel momento si può tentare di liberarsi in parte.
"Ma che possiamo farci? Nella vita se non si ha il coraggio di remare contro l'ingiustizia, e lasciarsi trasportare da essa si è comunque in torto." Non sai quello che dici, io (come tanti altri ) non ho potuto scegliere praticamente nulla della mia vita, e se non ce l'hai la forza di remare contro il destino non è colpa tua, bensì della vita. Quello che possiamo farci è smetterla di vedere tutto in bianco & nero, prima ci si rende conto che il mondo è fatto di sfumature di grigi e prima si può imparare a distinguere la differenza tra un grigio e l'altro. Sperando d'imparare un giorno a vedere a colori.
Questa era la 1ª parte d'un messaggio troppo lungo per essere pubblicato per intero.
Questa è la 2ª parte d'un messaggio troppo lungo per essere pubblicato per intero; ambedue le parti sono scritte male perché ho avuto solamente 2 ore e mezza per realizzarle.
"L'amicizia tra alcune donne palestinesi e israeliane è una sciocchezza in confronto a quello che ogni giorno si consuma in quelle terre" Sbagliato, non è solo amicizia o tolleranza, è condividere un'orrenda esperienza comune, per poi riuscire a dimenticarsi chi viene da un lato del muro e chi dall'altro, non riconoscendosi per nient'altro che sia la propria unicità: Einstein quando -all'arrivo negli stati uniti- gli venne chiesto a quale gruppo raziale appartenesse, rispose "Alla razza umana". Quella non è una sciocchezza, il perdono è LA Soluzione, l'unica.
"E' ora che gli israeliani rendano ciò che hanno rubato" In Israele/Palestina c'è spazio per tutti e due, non c'è bisogno di rubarlo.
"In realtà sono i peggiori dei carnefici. Perpetrano angherie che loro stessi hanno subito per secoli, e che dunque dovrebbero comprendere" T'assicuro che raramente si riesce ad imparare dal dolore (anche se si potrebbe e dovrebbe fare ), l'uomo -oltre a custodire in se un bacino di odio e crudeltà- è una spugna, non solo assorbe ogni esempio ed è portato a ripetere tutto quello che gli accade, ma scarica su chi non ha colpe anche il rigetto di disgrazie indipendenti dalla matrice umana. Le violenze subìte funzionano tutt'altro che da insegnamento, a meno che non vi sia un esempio, una forza educatrice talmente potente da trasformarle in cultura della pace.
"Piuttosto gli israeliani è da quando hanno subito l'olocausto che fanno le vittime" Fanno le vittime?!?!? Lo sono tutt'oggi, dell'antisemitismo camuffato da giornalismo d'inchiesta, quello viscido ed ipocrita che portano avanti i tuoi compari. Vergognati.
Te lo dico bruscamente: si capisce che ne sai tanto (al contrario di me ) ma si capisce pure che ne hai capito molto poco: lo si capisce dal fatto che parli ancora di Ebrei e di Israeliani e non di persone. Non fai distinzioni tra lo stato, il singolo governo, la singola città, la singola famiglia, il singolo periodo storico... Come tutti anch'io sono profondamente influenzato dalla mia epoca, dalla mia educazione, dalla mia classe sociale, dalla mia nazionalità, dalla mia regionalità, dalla mia città, dalle persone che per caso ho incontrato e così via, ma proprio perché ne sono conscio posso cercare di definire meglio la mia individualità ed unicità. Per capirci: non sono completamente cattolico né del tutto europeo né totalmente di sinistra... in compenso sono assolutamente me stesso. La prenderai come una favoletta di patetico ecumenismo, ma credo che tu abbia potuto intuire che la mia concezione della vita è più vicina al teatro drammatico/grottesco che alla favola a lieto fine.
Un giorno mi auguro che riuscirai a leggere il mondo senza la lente distorta della concezione, preferendole la miopia volontaria della percezione aperta, che impedisce di mettere a fuoco la pagliuzza nell'occhio dell'altro ma permette di togliere la trave dal nostro e di posare lo sguardo quando e dove si vuole. Confrontati con chi la pensa diversamente da te più che con chi condivide le tue idee. Cerca il difetto in tutto ciò con cui ti trovi d'accordo ed il pregio in (quasi ) tutto ciò con cui dissenti, arriverai ad apprezzare meglio ambedue le cose. Non mi credi? Provaci, costa tanto tempo e fatica ma credo che sia una delle poche cose per cui valga la pena impegnarsi.
Questa è la 2ª parte d'un messaggio troppo lungo per essere pubblicato per intero; ambedue le parti sono scritte male perché ho avuto solamente 2 ore e mezza per realizzarle.
"L'amicizia tra alcune donne palestinesi e israeliane è una sciocchezza in confronto a quello che ogni giorno si consuma in quelle terre" Sbagliato, non è solo amicizia o tolleranza, è condividere un'orrenda esperienza comune, per poi riuscire a dimenticarsi chi viene da un lato del muro e chi dall'altro, non riconoscendosi per nient'altro che sia la propria unicità: Einstein quando -all'arrivo negli stati uniti- gli venne chiesto a quale gruppo raziale appartenesse, rispose "Alla razza umana". Quella non è una sciocchezza, il perdono è LA Soluzione, l'unica.
"E' ora che gli israeliani rendano ciò che hanno rubato" In Israele/Palestina c'è spazio per tutti e due, non c'è bisogno di rubarlo.
"In realtà sono i peggiori dei carnefici. Perpetrano angherie che loro stessi hanno subito per secoli, e che dunque dovrebbero comprendere" T'assicuro che raramente si riesce ad imparare dal dolore (anche se si potrebbe e dovrebbe fare ), l'uomo -oltre a custodire in se un bacino di odio e crudeltà- è una spugna, non solo assorbe ogni esempio ed è portato a ripetere tutto quello che gli accade, ma scarica su chi non ha colpe anche il rigetto di disgrazie indipendenti dalla matrice umana. Le violenze subìte funzionano tutt'altro che da insegnamento, a meno che non vi sia un esempio, una forza educatrice talmente potente da trasformarle in cultura della pace.
"Piuttosto gli israeliani è da quando hanno subito l'olocausto che fanno le vittime" Fanno le vittime?!?!? Lo sono tutt'oggi, dell'antisemitismo camuffato da giornalismo d'inchiesta, quello viscido ed ipocrita che portano avanti i tuoi compari. Vergognati.
Te lo dico bruscamente: si capisce che ne sai tanto (al contrario di me ) ma si capisce pure che ne hai capito molto poco: lo si capisce dal fatto che parli ancora di Ebrei e di Israeliani e non di persone. Non fai distinzioni tra lo stato, il singolo governo, la singola città, la singola famiglia, il singolo periodo storico... Come tutti anch'io sono profondamente influenzato dalla mia epoca, dalla mia educazione, dalla mia classe sociale, dalla mia nazionalità, dalla mia regionalità, dalla mia città, dalle persone che per caso ho incontrato e così via, ma proprio perché ne sono conscio posso cercare di definire meglio la mia individualità ed unicità. Per capirci: non sono completamente cattolico né del tutto europeo né totalmente di sinistra... in compenso sono assolutamente me stesso. La prenderai come una favoletta di patetico ecumenismo, ma credo che tu abbia potuto intuire che la mia concezione della vita è più vicina al teatro drammatico/grottesco che alla favola a lieto fine.
Un giorno mi auguro che riuscirai a leggere il mondo senza la lente distorta della concezione, preferendole la miopia volontaria della percezione aperta, che impedisce di mettere a fuoco la pagliuzza nell'occhio dell'altro ma permette di togliere la trave dal nostro e di posare lo sguardo quando e dove si vuole. Confrontati con chi la pensa diversamente da te più che con chi condivide le tue idee. Cerca il difetto in tutto ciò con cui ti trovi d'accordo ed il pregio in (quasi ) tutto ciò con cui dissenti, arriverai ad apprezzare meglio ambedue le cose. Non mi credi? Provaci, costa tanto tempo e fatica ma credo che sia una delle poche cose per cui valga la pena impegnarsi.
16 commenti:
@Gabriele. Ripensando alle nostre "ultime" discussioni.
Chi semina vento raccoglie tempesta. Credo che i palestinesi siano fin troppo buoni con gli israeliani.
Credi che se questi ultimi avessero occupato l'Italia li avremmo accolti a braccia aperte? Che avremmo dato loro la penisola per trasferirci nelle isole?
Gli israeliani non devono sorprendersi per gli attentati che subiscono. Loro sanno che in ogni istante stanno compiendo un'ingiustizia. E che si assumano le loro responsabilità dunque.
Poi che i figli pagano le colpe dei padri è un altro discorso.
<>
Questo è proprio colmare la somma,davvero troppo per me.
I razzi non sonomeno gravi delle bombe sui tunnel. Punto.
Gli ebrei hanno tolto ai mussulmani un territorio che loro avevano tolto ai crociati che l'avevano riconquistato dagli stessi mussulmani che l'avevano tolto ai bizantini che l'avevano tolto ai romani che l'avevano tolto credo ai greci che a loro volta l'avevano tolto ai persiani che... e così potremmo inutilmente andare indietro nel tempo fino alle lotte fratricide tra i primi cavernicoli.
Gli Israeliani hanno fatto una guerra che (attenzione! come tutte le guerre ) è sbagliata, ma dopo che la vittoria di una delle parti la cosa sarebbe dovuta e potuta finire lì, invece di inizizre guerriglie e faide che perdurano fino al giorno d'oggi e provocano stragi d'INNOCENTI (non dimentichiamolo.
E' poi imprescindibile fare una nettissimaa distinzione fra le colpe della classe politica e la presunta inferiorità d'un popolo rispetto ad un altro: quello si chiama neo-ANTISEMITISMO, e giunto a quel punto non importa + chi sia ad avere torto e chi ad aver ragione, io mi tiro indietro e chiudo tutte le porte al mai sopito giustificazionismo ed al più che mai dilagante negazionismo.
Cercare solo verifiche e non falsificazioni ad una teoria è sbagliatissimo, com'è sbagliatissimo guardare alla storia come fosse un risiko ed alle vite delle persone come fossero pedine in gioco. Il documentario 'Madri' per una volta passa dalla macrostoria alla microstoria, intervistando madri straziate dal dolore supremo, quello della perdità del proprio figlio.
Sembra che tu proprio non sia riuscito a comprendere la vera essenza del film 'Madri': le donne israeliane e quelle palestinesi sono riuscite a far pace (tra di loro e con la perdità subìta ), a volersi bene ed a condividere le proprie sofferenze come fossero un'unica comune sofferenza... ma è importante sottilineare che sono state capaci di farlo solamente dopo essersi frequentate per lungo tempo ed essersi dunque conosciute di persona.
Solo un programma transnazionale ha permesso loro di conoscersi e soprattutto di riconoscersi l'un l'altra quali madri. Tutte con esperienze simili ed un sentimento universale; senza altre etichette.
Parto da uno spunto non mio: avevi mai riflettuto sul fatto che esiste il termine vedova, il termine orfana, ma non esiste una parola per definire la condizione d'un genitore che ha subìto la perdita d'un figlio? Fa pensare, vero? Evidentemente la generazione d'un figlio per sua natura non contempla il fatto che si possa sopravvivere a chi che s'è portato alla luce, cresciuto, e vissuto come unico senso della propria vita. La creazione d'una vita è di per se una facoltà divina, perché garantisce una sorta d'immortatalità, o comunque un futuro sia al proprio dna che alla propria culura, e (si spera ) la propria sopravvivenza nei ricordi più positivi ed insostituibili di chi ci succede. L'universalità e l'assolutezza (nel tempo e nello spazio ) di questi sentimenti sono il senso profondo del documentario di Barbara Cupisti.
Il primo che rinuncia a vendicare i propri morti è l'unico eroe che dev'essere celebrato.
Invece d'idolatrare il razzista Malcom X o il sanguinario Ernesto Guevara (l'icona della mia adolescenza ), bisognerebbe prendere ad esempio Gandhi e Maria di Nazaret (nonostante io non sia affatto religioso ) per la potenza benefica del proprio saacrificio. L'amore incondizionato per l'essere umano al di là d'ogni illusoria distinzione, è la soluzione ultima ed unica per la nostra salvezza.
Sicuramente mi considererai retorico, eccessivamente sentimentale, e pure buonista; non posso escludere di esserlo. Però conosco troppo profondamente (ben + di quanto tu possa immaginare ) la Sofferenza ed il Male per poterli augurare a qualcun'altro. Un popolo, martoriato e/o colpevole che sia, è fatto di persone, persone che come tali meritano rispetto ed empatia. Non esistono obbiezioni che reggano.
Perdonami per i refusi in questi commenti, ma ho scritto di getto, e non ci sono per niente abituato.
Come amara conclusione, per onestà intellettuale devo dirti che temo che sarò costretto a fare una segnalazione per la frase "Credo che i palestinesi siano fin troppo buoni con gli israeliani.", dato il contesto in cui era inserita e dato che non è la prima volta che sull'Agorà Spartana vengono dati spazio ed eco a certi faziosi ed intolleranti contributi, dal contenuto semplicemente inaccettabile. Mi dipiace molto ma non posso tradire i miei ideali anarchici e la mia indipendenza spirituale, nemmeno di fronte ad un amico vero.
Ribadisco che per me i palestinesi sono fin troppo buoni con gli israeliani, e Malcolm X non era razzista.
Non condivido il fatto che dopo avere subito l'occupazione ebraica della palestina, i palestinesi avrebbero dovuto accettare di essere ghettizzati in casa propria.
Piuttosto gli israeliani è da quando hanno subito l'olocausto che fanno le vittime. In realtà sono i peggiori dei carnefici. Perpetrano angherie che loro stessi hanno subito per secoli, e che dunque dovrebbero comprendere.
Mi dirai che sono astratto, che la sofferenza è sofferenza per un arabo, così come per un israeliano. E' chiaro che i figli pagano le colpe dei padri; che i giusti pagano anche per i malvagi. Ma che possiamo farci? Nella vita se non si ha il coraggio di remare contro l'ingiustizia, e lasciarsi trasportare da essa si è comunque in torto.
Io faccio una scelta di campo. L'amicizia tra alcune donne palestinesi e israeliane è una sciocchezza in confronto a quello che ogni giorno si consuma in quelle terre.
E' ora che gli israeliani rendano ciò che hanno rubato.
Ho il vizio di rispondere punto per punto, non prenderlo come un'insolenza:
<> Mai detto, in Sud Africa non hanno fatto così. Tutta la differenza sta nel coraggio che ha avuto Mandela quando mentre guidava è stato fermato dalla polizia (che aveva diramato il suo mandato di cattura ), e lì ha dovuto decidere se farsi arrestare, torturare e imprigionare per decine di anni, oppure se prendere la pistola che aveva a portata di mano, uccidere il poliziotto e rimanere libero. Beato il popolo che non ha bisogno di eroi perché ce l'ha già.
<> Beh, io so che promulgava una qualche superiorità degli afroamericani rispetto ai bianchi, in nome delle sofferenze subìte, esattamente come gli ebrei.
<> Anch'io. Sto dalla parte giusta, quella di chi non si stanca di volerne sapere di più per poterne capire sempre di più, senza atti di fede incondizionata che portano solo all'oscurantismo mentale.
<> Anche i padri erano costretti a compiere errori, costretti da ordini militari, dall'educazione ricevuta, dagl'istinti di vendetta favoriti dai lavaggi del cervello della propaganda. Nessuno è libero finché non ci si rende d'essere prigioniero di idee e decisioni altrui, e solo in quel momento si può tentare di liberarsi in parte.
<> Non sai quello che dici, io non ho potuto scegliere praticamente nulla della mia vita, e se non ce l'hai la forza di remare contro il destino non è colpa tua, bensì della vita. Quello che possiamo farci è smetterla di vedere tutto in bianco & nero, prima ci si rende conto che il mondo è fatto di sfumature di grigi e prima si può imparare a distinguere la differenza tra un grigio e l'altro. Sperando d'imparare un giorno a vedere a colori.
<> Sbagliato, non è solo amicizia o tolleranza, è condividere un'orrenda esperienza comune, per poi riuscire a dimenticarsi chi viene da un lato del muro e chi dall'altro, non riconoscendosi per nient'altro che sia la propria unicità: Einstein quando -all'arrivo negli stati uniti- gli venne chiesto a quale gruppo raziale appartenesse, rispose "Alla razza umana". Quella non è una sciocchezza, il perdono è LA Soluzione, l'unica.
<> In Israele/Palestina c'è spazio per tutti e due, non c'è bisogno di rubarlo.
Te lo dico bruscamente: che ne sai tanto (al contrario di me ) ma ne hai capito molto poco, lo si capisce dal fatto che parli ancora di Ebrei/Israeliani e non fai distinzioni tra stato, singolo governo, singola città, singola famiglia, singolo periodo storico... Come tutti sono profondamente influenzato dalla mia epoca, dalla mia educazione, dalla mia classe sociale, dalla mia nazionalità, dalla mia regionalità, dalla mia città, dalle persone che per caso ho incontrato e così via, ma proprio perché ne sono conscio posso cercare di definire meglio la mia individualità ed unicità. Per capirci: non sono completamente cattolico né del tutto europeo né totalmente di sinistra... in compenso sono assolutamente me stesso. La prenderai come una favoletta di patetico ecumenismo, ma credo che tu abbia potuto intuire che la mia concezione della vita è più vicina al teatro drammatico/grottesco che alla favola a lieto fine.
Un giorno mi auguro che riuscirai a leggere il mondo senza la lente distorta della concezione, preferendole la miopia volontaria della percezione aperta, che impedisce di mettere a fuoco la pagliuzza nell'occhio dell'altro ma permette di togliere la trave dal nostro e di posare lo sguardo quando e dove si vuole. Confrontati con chi la pensa diversamente da te più che con chi ti approva. Cerca il difetto in tutto ciò con cui ti trovi d'accordo ed il pregio in (quasi ) tutto ciò con cui dissenti, arriverai ad apprezzare meglio ambedue le cose. Non mi credi? Provaci, costa tanto tempo e fatica ma credo che sia una delle poche cose per cui valga la pena impegnarsi.
Ho il vizio di rispondere punto per punto, non prenderlo come un'insolenza:
"Non condivido il fatto che dopo avere subito l'occupazione ebraica della palestina, i palestinesi avrebbero dovuto accettare di essere ghettizzati in casa propria" Mai detto questo, in Sud Africa non hanno fatto così. Tutta la differenza sta nel coraggio che ha avuto Mandela quando mentre guidava è stato fermato dalla polizia (che aveva diramato il suo mandato di cattura ), e lì ha dovuto decidere se farsi arrestare, torturare e imprigionare per decine di anni, oppure se prendere la pistola che aveva a portata di mano, uccidere il poliziotto e rimanere libero. Beato il popolo che non ha bisogno di eroi perché ce l'ha già.
"Malcolm X non era razzista" Beh, io so che promulgava una qualche superiorità degli afroamericani rispetto ai bianchi, in nome delle sofferenze subìte, esattamente come gli ebrei.
"Io faccio una scelta di campo" Anch'io. Sto dalla parte giusta, quella di chi non si stanca di volerne sapere di più per poterne capire sempre di più, senza atti di fede incondizionata che portano solo all'oscurantismo mentale.
"Mi dirai che sono astratto, che la sofferenza è sofferenza per un arabo, così come per un israeliano. E' chiaro che i figli pagano le colpe dei padri; che i giusti pagano anche per i malvagi." Da quello che dici sembri non conoscere la vera Sofferenza. Anche i padri che compivano errori probabilmente lo facevano perché anche loro costretti, costretti da ordini militari, dall'educazione ricevuta, dagl'istinti di vendetta favoriti dai lavaggi del cervello della propaganda. Nessuno è libero finché non ci si rende d'essere prigioniero di idee e decisioni altrui, e solo in quel momento si può tentare di liberarsi in parte.
"Ma che possiamo farci? Nella vita se non si ha il coraggio di remare contro l'ingiustizia, e lasciarsi trasportare da essa si è comunque in torto." Non sai quello che dici, io (come tanti altri ) non ho potuto scegliere praticamente nulla della mia vita, e se non ce l'hai la forza di remare contro il destino non è colpa tua, bensì della vita. Quello che possiamo farci è smetterla di vedere tutto in bianco & nero, prima ci si rende conto che il mondo è fatto di sfumature di grigi e prima si può imparare a distinguere la differenza tra un grigio e l'altro. Sperando d'imparare un giorno a vedere a colori.
Questa era la 1ª parte d'un messaggio troppo lungo per essere pubblicato per intero.
Questa è la 2ª parte d'un messaggio troppo lungo per essere pubblicato per intero; ambedue le parti sono scritte male perché ho avuto solamente 2 ore e mezza per realizzarle.
"L'amicizia tra alcune donne palestinesi e israeliane è una sciocchezza in confronto a quello che ogni giorno si consuma in quelle terre" Sbagliato, non è solo amicizia o tolleranza, è condividere un'orrenda esperienza comune, per poi riuscire a dimenticarsi chi viene da un lato del muro e chi dall'altro, non riconoscendosi per nient'altro che sia la propria unicità: Einstein quando -all'arrivo negli stati uniti- gli venne chiesto a quale gruppo raziale appartenesse, rispose "Alla razza umana". Quella non è una sciocchezza, il perdono è LA Soluzione, l'unica.
"E' ora che gli israeliani rendano ciò che hanno rubato" In Israele/Palestina c'è spazio per tutti e due, non c'è bisogno di rubarlo.
"In realtà sono i peggiori dei carnefici. Perpetrano angherie che loro stessi hanno subito per secoli, e che dunque dovrebbero comprendere" T'assicuro che raramente si riesce ad imparare dal dolore (anche se si potrebbe e dovrebbe fare ), l'uomo -oltre a custodire in se un bacino di odio e crudeltà- è una spugna, non solo assorbe ogni esempio ed è portato a ripetere tutto quello che gli accade, ma scarica su chi non ha colpe anche il rigetto di disgrazie indipendenti dalla matrice umana. Le violenze subìte funzionano tutt'altro che da insegnamento, a meno che non vi sia un esempio, una forza educatrice talmente potente da trasformarle in cultura della pace.
"Piuttosto gli israeliani è da quando hanno subito l'olocausto che fanno le vittime" Fanno le vittime?!?!? Lo sono tutt'oggi, dell'antisemitismo camuffato da giornalismo d'inchiesta, quello viscido ed ipocrita che portano avanti i tuoi compari. Vergognati.
Te lo dico bruscamente: si capisce che ne sai tanto (al contrario di me ) ma si capisce pure che ne hai capito molto poco: lo si capisce dal fatto che parli ancora di Ebrei e di Israeliani e non di persone. Non fai distinzioni tra lo stato, il singolo governo, la singola città, la singola famiglia, il singolo periodo storico... Come tutti anch'io sono profondamente influenzato dalla mia epoca, dalla mia educazione, dalla mia classe sociale, dalla mia nazionalità, dalla mia regionalità, dalla mia città, dalle persone che per caso ho incontrato e così via, ma proprio perché ne sono conscio posso cercare di definire meglio la mia individualità ed unicità. Per capirci: non sono completamente cattolico né del tutto europeo né totalmente di sinistra... in compenso sono assolutamente me stesso. La prenderai come una favoletta di patetico ecumenismo, ma credo che tu abbia potuto intuire che la mia concezione della vita è più vicina al teatro drammatico/grottesco che alla favola a lieto fine.
Un giorno mi auguro che riuscirai a leggere il mondo senza la lente distorta della concezione, preferendole la miopia volontaria della percezione aperta, che impedisce di mettere a fuoco la pagliuzza nell'occhio dell'altro ma permette di togliere la trave dal nostro e di posare lo sguardo quando e dove si vuole. Confrontati con chi la pensa diversamente da te più che con chi condivide le tue idee. Cerca il difetto in tutto ciò con cui ti trovi d'accordo ed il pregio in (quasi ) tutto ciò con cui dissenti, arriverai ad apprezzare meglio ambedue le cose. Non mi credi? Provaci, costa tanto tempo e fatica ma credo che sia una delle poche cose per cui valga la pena impegnarsi.
Questa è la 2ª parte d'un messaggio troppo lungo per essere pubblicato per intero; ambedue le parti sono scritte male perché ho avuto solamente 2 ore e mezza per realizzarle.
"L'amicizia tra alcune donne palestinesi e israeliane è una sciocchezza in confronto a quello che ogni giorno si consuma in quelle terre" Sbagliato, non è solo amicizia o tolleranza, è condividere un'orrenda esperienza comune, per poi riuscire a dimenticarsi chi viene da un lato del muro e chi dall'altro, non riconoscendosi per nient'altro che sia la propria unicità: Einstein quando -all'arrivo negli stati uniti- gli venne chiesto a quale gruppo raziale appartenesse, rispose "Alla razza umana". Quella non è una sciocchezza, il perdono è LA Soluzione, l'unica.
"E' ora che gli israeliani rendano ciò che hanno rubato" In Israele/Palestina c'è spazio per tutti e due, non c'è bisogno di rubarlo.
"In realtà sono i peggiori dei carnefici. Perpetrano angherie che loro stessi hanno subito per secoli, e che dunque dovrebbero comprendere" T'assicuro che raramente si riesce ad imparare dal dolore (anche se si potrebbe e dovrebbe fare ), l'uomo -oltre a custodire in se un bacino di odio e crudeltà- è una spugna, non solo assorbe ogni esempio ed è portato a ripetere tutto quello che gli accade, ma scarica su chi non ha colpe anche il rigetto di disgrazie indipendenti dalla matrice umana. Le violenze subìte funzionano tutt'altro che da insegnamento, a meno che non vi sia un esempio, una forza educatrice talmente potente da trasformarle in cultura della pace.
"Piuttosto gli israeliani è da quando hanno subito l'olocausto che fanno le vittime" Fanno le vittime?!?!? Lo sono tutt'oggi, dell'antisemitismo camuffato da giornalismo d'inchiesta, quello viscido ed ipocrita che portano avanti i tuoi compari. Vergognati.
Te lo dico bruscamente: si capisce che ne sai tanto (al contrario di me ) ma si capisce pure che ne hai capito molto poco: lo si capisce dal fatto che parli ancora di Ebrei e di Israeliani e non di persone. Non fai distinzioni tra lo stato, il singolo governo, la singola città, la singola famiglia, il singolo periodo storico... Come tutti anch'io sono profondamente influenzato dalla mia epoca, dalla mia educazione, dalla mia classe sociale, dalla mia nazionalità, dalla mia regionalità, dalla mia città, dalle persone che per caso ho incontrato e così via, ma proprio perché ne sono conscio posso cercare di definire meglio la mia individualità ed unicità. Per capirci: non sono completamente cattolico né del tutto europeo né totalmente di sinistra... in compenso sono assolutamente me stesso. La prenderai come una favoletta di patetico ecumenismo, ma credo che tu abbia potuto intuire che la mia concezione della vita è più vicina al teatro drammatico/grottesco che alla favola a lieto fine.
Un giorno mi auguro che riuscirai a leggere il mondo senza la lente distorta della concezione, preferendole la miopia volontaria della percezione aperta, che impedisce di mettere a fuoco la pagliuzza nell'occhio dell'altro ma permette di togliere la trave dal nostro e di posare lo sguardo quando e dove si vuole. Confrontati con chi la pensa diversamente da te più che con chi condivide le tue idee. Cerca il difetto in tutto ciò con cui ti trovi d'accordo ed il pregio in (quasi ) tutto ciò con cui dissenti, arriverai ad apprezzare meglio ambedue le cose. Non mi credi? Provaci, costa tanto tempo e fatica ma credo che sia una delle poche cose per cui valga la pena impegnarsi.
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