A 38
anni di distanza, la strage di piazza della Loggia rimane impunita.
Nemmeno la Corte d'assise d'appello di Brescia ha individuato chi fece
esplodere la bomba nascosta in un cestino dei rifiuti nel 'salotto'
della città, provocando la morte di otto persone, durante una
manifestazione contro il terrorismo neofascista. I giudici hanno
assolto i quattro imputati nel quarto processo per l'esplosione
avvenuta nel 1974. In primo grado, il 16 novembre 2010, erano stati
assolti con formula dubitativa. L'accusa aveva chiesto la condanna
all'ergastolo per il medico veneziano, ex ispettore di Ordine nuovo per
il Triveneto, Carlo Maria Maggi; per l'ex ordinovista Delfo Zorzi; per
l'ex fonte dei servizi segreti Maurizio Tramonte e per il generale dei
carabinieri Francesco Delfino, all'epoca dei fatti capitano comandante
del Nucleo investigativo dei carabinieri di Brescia.
Otto
morti e 108 feriti. La bomba, collocata in un cestino dei rifiuti in
piazza della Loggia, da sempre cuore della vita della ricca cittadina
lombarda, esplose alle 10.12 del mattino nel mezzo di una pacifica
manifestazione antifascista, organizzata per esprimere rifiuto e
condanna della violenza eversiva dopo una sequela di episodi violenti
di marca neofascista che da settimane turbavano la sicurezza della
cittadinanza e della democrazia. L'ordigno uccise otto persone e ne
ferì 108. Ecco i nomi delle vittime: Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni,
insegnante; Livia Bottardi Milani, 32, insegnante; Euplo Natali, 69,
pensionato; Luigi Pinto, 25, insegnante; Bartolomeo
Talenti,
56, operaio; Alberto Trebeschi, 37, insegnante; Clementina Calzari
Trebeschi, 31, insegnante, e Vittorio Zambarda, 60, operaio.
Parti
civili condannate a spese. Nei confronti del quinto imputato del
processo di primo grado, Pino Rauti, anch'egli assolto, non era stato
presentato ricorso da parte della Procura, ma solo da due parti civili.
Uno dei ricorsi è stato dichiarato inammissibile, con la conseguente
disposizione del pagamento delle spese processuali a carico delle parti
civili. Prima di leggere la sentenza, il presidente della Corte
d'assise d'appello, Enzo Platè, ha ringraziato i giudici popolari per
l'impegno e lo scrupolo profusi durante la durata del processo. "Ero
pacifico. Me l'aspettavo perché sono assolutamente innocente". ha
commentato invece Carlo Maria Maggi, che ha atteso l'esito del processo
nella sua casa veneziana all'isola della Giudecca. "Ho atteso l'esito
con fiducia, ma anche con un po' di paura. L'unica certezza è che io
non c'entro niente con quella strage".
L'accusa:
"Abbiamo fatto tutto il possibile". Si sono detti "sereni perché è
stato fatto tutto il possibile" il procuratore Roberto Di Martino e il
pm Francesco Piantoni, titolari dell'inchiesta sulla strage. "Ormai è
una vicenda che va affidata alla storia, ancor più che alla giustizia",
ha commentato il procuratore Di Martino. La Procura attenderà il
deposito delle motivazioni per decidere se ricorrere in Cassazione.
I
parenti delle vittime. La lettura della sentenza ha raggelato i parenti
delle vittime. Il presidente dell'Associazione familiari delle vittime,
Manlio Milani, non ha nascosto l'amarezza sia per l'esito del processo
sia per la condanna delle parti civili al pagamento delle spese
processuali. "Una beffa, è ridicolo, permettetemi di dirlo, che in
questi processi che sono contro anche due uomini che rappresentavano lo
Stato, si debbano anche pagare le spese processuali", ha detto. Il
riferimento è al generale Delfino e al parlamentare Rauti. Delfino,
allora capitano a Brescia, si occupò dell'inchiesta e - spiega Milani -
"l'esito di oggi è anche il risultato di come sono state condotte le
prime indagini. Queste persone non si sono mai fatte vedere in un'aula
in in tre anni di processo. Dovevano avere il rispetto per il ruolo
istituzionale che hanno ricoperto e per le vittime di questa strage".
"Ora vedremo cosa succederà - ha concluso - Fra le prospettive vedo la
Cassazione, perché credo sia un dovere civile arrivare sino in fondo
anche se dobbiamo pagare le spese".
la Repubblica Milano
Nessun commento:
Posta un commento