venerdì 2 marzo 2012

NELLE COSE BELLE. di Gianmarco Catalano


E' piacevole stare seduto sugli scogli, specie nel periodo invernale, quando non troppo lontana s'inizia a sbirciare la primavera. Il mare di marzo è affascinante. Il sole è tiepido, scalda ma non cuoce. Un leggero vento fresco accompagna la lettura di un buon libro, slegando i nodi dei più profondi pensieri.
Accanto a me un pescatore. Canna a mulinello, gamberetti per esca, due secchi e un berretto verde. Tutto pronto per il lancio.
Il mare è impegnato a giocare con la scogliera, accarezzandola con onde lente e profonde. Poi inforza, l'onda sbatte più forte, il gioco s'inasprisce e la risacca resta a ornare i fianchi spigolosi dell'isolotto.
Regna il profumo del sale. Il cielo libero si tinge di bianco all'orizzonte.
L'acqua torbida lascia intravedere solo le ombre sparse dei suoi fondali. 
Sull'altra riva, oziano alcuni bagnanti, li trovi lì tutto l'anno, nelle giornate soleggiate, a sfidare le temperature rigide delle acque. S'immergono allegramente senza mostrare il minimo segno di sofferenza. Questione d'abitudine.
Sulla mia sinistra, quel faro ammaccato si consola della compagnia di un guardiano pittore.
Il pescatore è giunto alle terza issata a vuoto. Ci vuole pazienza.
Volto il capo di novanta gradi e scorgo insensate brutture in cemento, che me ne riportano alla mente altre ancora più squallide, a pochi chilometri da qui.  Continuano a sfrattare la campagna costretta ad arretrare. Ecco, adesso è sopraggiunta la collera.   
Ville e palazzoni abnormi e abominevoli.  Recinti da caserme tracciano grigi cortili ed ecomostri.  Dov'è la Bellezza?  Rara e oramai ripudiata da straniera nella sua terra natìa. Ne abbiamo smarrito il senso, la cultura. Una regressione imperdonabile spacciata per 'sviluppo'.
"Bisognerebbe educare la gente alla bellezza - diceva Peppino Impastato - perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore".
Riporto lo sguardo al mare che ho di fronte, lasciando agli occhi il privilegio di perdersi. Gli irriducibili bagnanti si preparano a tornare a casa per il pranzo.  Il sole inizia a ustionarmi e il venticello s'è ritirato. L'onda incalza e gli spruzzi schiumosi saltano ritmicamente.
Dovremmo vivere più spesso la semplicità nella Bellezza, e ricordarcene. Per non rassegnarci.



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