Non credo che nella vita i vincenti siano coloro che tacciono di fronte agli inconvenienti, alle insidie, alle sconfitte. Di contro è indispensabile ritenere che il confronto debba porsi a base di ogni possibile discorso su ogni ipotizzabile argomento.
E i riprovevoli eventi verificatisi in una giornata che dovrebbe essere di unità nel cordoglio e nell’orgoglio di essere italiani e che invece sembra dividere sempre più, forse perchè c’è qualcuno che quest’orgoglio non ce l’ha o semplicemente non riconosce questa giornata, sono solo un pretesto per dire qualcosa di molto più importante.
A prescindere dall’accaduto, che a mio avviso è terribilmente lineare e rappresenta una tipica diversità di vedute riguardo una data iniziativa, la cosa che ci ha infastidito di più è stata che di fronte a critiche forse aspre ma sicuramente dettate e prodotte da un sentimento di frustrazione di fronte all’impotenza di noi studenti riguardo molti ambiti della vita scolastica, la categoria che dovrebbe occuparsi di educarci, prima che istruirci, anzichè rispondere con argomenti convincenti e dettati dalla forza della ragione, ha preferito ( almeno per un primo momento) nascondersi dietro un dito, e sfruttare la sua posizione di fittizia supremazia per intimidire, insultare e offendere. Ma perchè tacere dinanzi a qualcosa che non si accetta? Perchè subire passivamente quanto deciso dall’alto? Conviene davvero? Si può vivere bene pensando solo a se stessi?
L’occasione di questa lettera è l’ennesima per ribadire la profonda stima che provo per Lei, carissimo Preside, e per Lei, professore Castro, ed è proprio per questa stima che ho ritenuto necessario questo chiarimento.
E’ ben chiaro che se una rivoluzione culturale va fatta essa deve cominciare proprio dalle buone intenzioni degli studenti. E se accusare i docenti di oscurantismo può essere biasimevole e paragonarli ai partigiani di Tito può essere sicuramente irriverente, è anche vero che in questi casi il silenzio non paga. D'altronde, il più delle volte, ci incitano i nostri stessi docenti a prendere iniziative vigorose, volte a sconfiggere l'indifferenza e l'ignoranza, senza che poi ci dicano realmente come fare. Stavolta no. Non si può tacere. Bisogna rendersi conto che la libertà ha un prezzo, e che gli studenti non sono troppo idioti o privi di senso civico per pagarlo. Potranno anche toglierci assemblee, bar, eventi o servizi, ma nessuno può permettersi di impedirci di parlare, di esprimerci, di lamentarci. E finchè così sarà, nessuno potrà dire che la scuola non è una democrazia, sebbene gli eventi recenti dimostrino nettamente il contrario.
Non mi vergogno di ciò che ho fatto. Non mi pento di aver espresso con coraggio la mia opinione insieme a tantissimi colleghi insoddisfatti. L'unica cosa che è importante tener presente è che dalla nostra parte, a differenza di altre, nessuno mai ha avuto la presunzione di essere inequivocabilmente nel giusto. Per questo pretendiamo il rispetto della diversità della nostra veduta per concentrarsi insieme su altre cose che effettivamente non funzionano.
Tutt'al più sono molto felice che una volta per tutte sia stato possibile andare oltre l'ipocrisia del tutto va bene e chiarire ambiguità che si protraggono ormai da anni.
Quanto appena scritto potrebbe sembrare una perdita di tempo rispetto ai motivi che ci spingono ad andare a scuola. Forse sì. Queste vicende distolgono dallo studio. Ma sono altresì necessarie per imparare ad essere onorevoli cittadini dell'oggi e del domani.
P.S.: Si potrebbe, qualora lo riteniate opportuno, render nota la presente lettera agli altri docenti interessati.
Vi ringrazio per l'attenzione
Cordiali saluti
Fabrizio Vaccaro
17/02/09
3 commenti:
condivido la tua lettera critica. faccio un esempio personale: della shoah conosco praticamente tutti gli aspetti, mentre delle foibe non so praticamente nulla. spesso si accusa la scuola di dare solo contenuti, senza insegnare come affrontare la vita reale, ma in questo caso neanche quello
Ciao Fabrizio, condivido tutto ciò che hai scritto. Come ha detto Ottavio prima, anche io conosco tutti gli aspetti della Shoah anche se delle foibe so davvero pochissimo, e pensare che si trattava di Italiani, come me, come te, come noi tutti ! Che altro dirti, la tua lettera è molto ben scritta e ti faccio davvero i miei complimenti, spero che il nostro preside (che mi piace parecchio) la faccia legger a tutto il corpo docente. Sei un rappresentante d'istituto validissimo e lo dimostra la trasparenza, la modestia con cui lo sei diventato. Senza nulla togliere ovviamente a tutti coloro che ti hanno eletto (sono uno di quelli ovviamente) e al tuo notevole impegno. Ciao, complimenti ancora.
Andrea Zanti
SalutIRPINI dalla Valle Caudina.
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