SCOPPIA LA BUFERA. IL CASO DELLA GERMANIA - Maggio 2012. Siamo a Colonia, in Germania. Un bambino di 4 anni di origini musulmane finisce al pronto soccorso due giorni dopo essere stato circonciso, a causa di alcune complicazioni mediche. Il 26 giugno, Il tribunale regionale di Colonia stabilisce che la circoncisione sia un reato, in quanto “lesiva dell’integrità fisica” e in contrasto con l’interesse del bambino. La sentenza è vincolante soltanto per la regione della Renania, ma dato il vuoto legislativo inerente alla questione, la Germania potrebbe valutare se trasformare la sentenza in legge.
Il bambino è musulmano, ma la pratica è tipicamente ebraica. Mondo islamico ed ebraico, incredibilmente, si alleano per schierarsi insieme contro la sentenza. Il Presidente della conferenza dei rabbini europei, Pinchas Goldschmidt, ha affermato che si tratta del «più grave attacco alla comunità ebraica dai tempi dell’Olocausto», in riferimento ai divieti imposti negli anni ’30 da parte dei nazisti nei confronti di alcune pratiche relative alla religione ebraica.
Un parallelismo tanto sensazionalistico quanto inconsistente. Negare la possibilità di tagliare parti importanti di organi sani non può spingere, neanche nel momento di minore lucidità mentale, a paragonare il governo di stampo merkeliano alla Germania nazionalsocialista di Hitler. Quella che vuole suonare come la riscossa ebraica finisce per avere un effetto boomerang, strumentalizzando e, quindi, offendendo quella parte di questa comunità religiosa che ha vissuto davvero i drammi della Shoah.
DIRITTI UMANI VS. TRADIZIONI RELIGIOSE - La magistratura tedesca è entrata nell’occhio del ciclone, tra polemiche e attacchi diretti. Si è parlato di un suo compiacimento antisemita. Si è parlato di imprudenza, visto che non avrebbe saputo valutare le implicazioni simboliche derivanti dall’applicazione del diritto. Si è parlato di “Germania contro gli ebrei: 80 anni dopo”.
Non si tratta di abolire secoli di tradizioni culturali. Non è questo l’intento dell’articolo. Non si vuole mancare di rispetto. Si tratta di fare una scelta, importante. Prima la legge o la religione? Prima i diritti umani o gli ordini divini?
Verrebbe da chiedersi perché i religiosi di tutto il mondo abbiano così a cuore l’imposizione ossessiva dei loro rituali nei confronti dei bambini, che non hanno ancora sviluppato uno spirito critico tale da poter scegliere liberamente se praticare o meno. L’idea di fondo della sentenza renana non è quella di abolire la religione ebraica: semplicemente, i bambini dovrebbero prima maturare e dunque scegliere se circoncidersi o meno. Dov’è il problema? Si ha paura che, crescendo, i giovani rifiuteranno di sottoporsi all’intervento? La religione diventa di troppo quando rievoca il passato per strumentalizzare il presente e quando cerca di spacciare quella che, nel presente, si rivela oppressione per libertà religiosa. La libertà umana, viene prima di quella religiosa. E la libertà è anche scegliere di non voler avere una religione.
CONTROINDICAZIONI - In molti Paesi del Terzo Mondo la circoncisione viene effettuata in condizioni igieniche che definire precarie sarebbe eufemistico, causando infezioni di tutti i tipi. E anche nei Paesi più dediti ad una medicazione accurata esistono variabili chiave come il medico, la clinica, l’età e il tipo di paziente, lo strumento utilizzato per l’operazione, che incidono direttamente su eventuali complicanze post-operatorie. Si può benissimo vivere nell’igiene più totale, pur avendo un prepuzio: basta lavarsi regolarmente.
Con questi presupposti, la circoncisione preventiva, in assenza di un problema medico evidente, non è giustificabile. Esistono teorie secondo cui questa pratica potrebbe ridurre i rischi di incidenza del cancro al pene e alla prostata. Già, se non fosse che non esiste alcun esperimento, test o ricerca che possa avvalorare questa tesi con dati scientifici statisticamente rilevanti. Nella stessa disciplina medica, ci sono pareri alquanto divergenti a riguardo. Non sembra esistere una verità ultima che possa giustificare la circoncisione nell’ottica della prevenzione dei tumori, come suggerito dal testo di Andrologia clinica a cura degli studiosi Schill, Comhaire e Hargreave.
Senza tenere conto dell’ipersensibilità genitale derivante dal semplice sfregamento del pene “scoperto” con indumenti vari, che costringe molti, disperati, a praticare per anni il metodo del restoring, il quale permette attraverso tecniche di stiramento del pene di riottenere un prepuzio.
REPRESSIONE SESSUALE - La circoncisione è spesso sponsorizzata come la perfetta soluzione al problema di chi soffre di eiaculazione precoce. Ma analizzando bene la questione, scopriremo che si tratta solo di una ridicola strumentalizzazione sessuale. Innanzitutto, l’eiaculazione precoce non è assolutamente una malattia. A cosa può portare? Al massimo ad un forte imbarazzo, vista la tendenza postmoderna a dover enfatizzare a tutti i costi la propria virilità. E, dunque, la circoncisione non può essere certo vista come la cura o la soluzione medica più naturale e benefica.
Anzi, rovesciando la medaglia, scopriamo grazie a una ricerca del 2011 svoltasi in Danimarca (a cura del Dipartimento di Ricerca Epidemiologica) che la circoncisione, in alcuni soggetti, causa seri problemi nel raggiungimento del piacere. Una repressione del godimento sessuale che aiuta, sì, ad incrementare in qualche modo la “durata” della propria prestazione, ma, soprattutto, spegne la passione di chi invece non avrebbe bisogno di eventuali freni.
La circoncisione è spacciata come la soluzione a un problema che non esiste (se non nella mente di chi ne soffre), mentre può essere soprattutto la causa di disfunzioni erettili concrete. E’ paradossale che nella cultura musulmana la circoncisione sia vista come un indice di fertilità. Tutt’altro. Può seriamente comprometterla.
LA SPERANZA. IL CASO DELLA FINLANDIA - E’ l’agosto del 2006. Siamo a Tampere, in Finlandia. Un bimbo, sempre di 4 anni, viene fatto circoncidere dalla madre musulmana. Il padre, all’oscuro di tutto, denuncia il fatto alla polizia. La situazione è inizialmente incerta: si tenta di definire la pratica illegale ma non si emettono sanzioni. La madre si difende da subito sostenendo di non essere a conoscenza del fatto che la circoncisione fosse illegale in Finlandia. Infatti non lo era: era illegale solo quella femminile. Il caso, spinoso, passa dunque alla Corte d’Appello.
E’ un caso destinato a fare storia. L’intero Ministero finlandese degli Affari Sociali e della Salute inizia a meditare sulla questione e rimette in discussione la propria legge. Come andò a finire? Si sancì l’illegalità della circoncisione infantile per motivi religiosi, lasciando ovviamente legale quelle per motivi medici accertati. Si decise, in sostanza, di seguire la linea di principio che vieta l’infibulazione. Un trionfo per la Finlandia, una speranza per il resto del mondo.
Chiudiamo con una citazione di Christopher Hitchens, giornalista americano recentemente scomparso, tratta dal suo libro Dio non è grande: “La completa escissione, originariamente ordinata da dio, è ormai riconosciuta per quello che è: la mutilazione di un essere inerme con l’obiettivo di rovinarne la futura vita sessuale. La connessione fra barbarie religiosa e repressione sessuale non potrebbe essere più evidente di quando viene marchiata nelle carni”.
Federico Sbandi
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