Eric Cantona, pubblicamente a sostegno di Mahmoud Sarsak. |
Beit Sahour, 18 giugno 2012, Nena News - Mentre milioni di tifosi di tutto il mondo sono incollati agli schermi televisivi per seguire gli europei di calcio, c'è un giocatore della nazionale palestinese che giace morente su un letto d'ospedale all'interno di un carcere israeliano, sfinito da 92 giorni di sciopero della fame. Una giovane promessa del calcio che si sta lentamente spegnendo nell'indifferenza generale. Mahmoud Sarsak, 25 anni, molto probabilmente non potrà più tornare a correre in un campo da calcio. Quella che ha iniziato e sta portando avanti con tenacia e coraggio non è una battaglia qualsiasi: è una lotta per la vita e la dignità. Il giovane prigioniero palestinese, rinchiuso in un carcere israeliano da quasi tre anni, è entrato oggi nel suo 92° giorno di sciopero della fame per protestare contro l'ennesimo rinnovo della propria detenzione.
La storia di Sarsak
Nato e cresciuto a Gaza, Sarsak ha scoperto da piccolo la passione per il pallone e già a 8 anni ha iniziato a giocare nella squadra della sua città natale, il Rafah Sport Club. Campi da calcio polverosi, sotto il suono delle bombe, in una prigione a cielo aperto. Eppure Mahmoud, con impegno e talento, ha pian piano guadagnato un posto nella nazionale di calcio palestinese ed è riuscito ad ottenere un permesso per poter uscire dalla Striscia di Gaza. Ha visitato l'Europa, il Nord Africa, altri paesi del Medio Oriente, sempre inseguendo la sua passione, il calcio. Ed è proprio per partecipare ad una partita di pallone che è stato arrestato. Il 22 luglio 2009, mentre si stava recando a Balata in Cisgiordania per un match nel campo profughi di Nablus, è stato bloccato dalle forze di occupazione israeliana presso il valico di Erez. Interrogato, maltrattato ed umiliato il 23 agosto 2009 il giovane calciatore ha ricevuto un ordine di detenzione sotto la "Legge dei Combattenti Illegali".
Questa legge, approvata dalla Knesset nel 2002, è in realtà una misura illegale che, come la detenzione amministrativa in vigore in Cisgiordania, prevede l'incarcerazione a tempo indeterminato senza capi d'accusa né processo per "motivi di sicurezza". Mahmoud è stato accusato di essere affiliato con la Jihad Islamica, ma non sono mai state fornite prove a riguardo. Le autorità israeliane affermano di essere in possesso di file segreti che non sono stati resi noti né a Sarsak né al suo avvocato. Una tecnica di cui Israele fa troppo spesso uso per legittimare le detenzioni amministrative di migliaia di palestinesi. E così da quasi tre anni, di sei mesi in sei mesi, l'ordine di detenzione di Mahmoud è stato rinnovato. Il 19 marzo, per protestare contro l'ennesimo rinnovo e per chiedere di essere riconosciuto come prigioniero di guerra, il giovane palestinese ha iniziato a rifiutare il cibo. Con determinazione e forza d'animo ha portato avanti questa lotta anche dopo il 14 maggio quando oltre 1600 prigionieri palestinesi hanno posto fine alla sciopero della fame collettivo a seguito di un accordo siglato tra Israele ed il club dei prigionieri.
L'accordo Un accordo che fin da subito ha rappresentato una vittoria a metà per chi aveva partecipato alla protesta: Israele non solo non ha accettato di porre fine alla pratica della detenzione amministrativa, ma inoltre fin dalla settimana successiva al patto, non ha rispettato molte clausole dell'accordo. "Dopo nemmeno dieci giorni dalla firma dell'intesa, Israele ha rinnovato la detenzione amministrativa ad almeno 30 prigionieri" ha denunciato Issa Qaraqaa, ministero degli affari dei prigionieri. Ed anche le condizioni d vita nelle carceri israeliani non hanno subito nessun miglioramento. Nel frattempo il quadro clinico di Mahmoud ha cominciato a peggiorare: disteso su un letto d'ospedale all'interno del carcere di Ramlah il corpo del giocatore si indebolisce ogni giorno di più. Secondo quanto riportato dall'associazione Medici per i Diritti Umani- Israele, Mahmoud soffre di aritmia, è soggetto a continui svenimenti e perdite di conoscenza, e ha subito una grande perdita di peso e del tessuto muscolare.
Gli appelli E solo una settimana fa all'appello lanciato da parte delle associazioni a sostegno dei prigionieri politici, si è aggiunto anche quello del presidente della FIFA Sepp Blatter, il quale ha chiesto al Presidente dell'Associazione di Calcio Israeliana (IFA) Avi Luzon di fare pressione "con la massima urgenza" sulle autorità israeliane per le "allarmanti condizioni" in cui si trova Mahmoud Sarsak. Blatter ha deciso di rivolgersi all'IFA dopo aver ricevuto un rapporto in cui si dichiara che molti giocatori di calcio palestinesi sono "detenuti illegalmente dalle autorità israeliane" in violazione dei diritti umani e del giusto processo.
Il 14 giungo anche la Palestine Football Association ha lanciato un appello. In una lettera indirizzata al presidente UEFA, l'ex calciatore francese Michel Platini, il presidente della Federazione Palestinese, Jibril Rajoub, ha espresso la preoccupazione sua e di tutta la popolazione per la sorte di tre giocatori: oltre a Sarsak, il portiere della squadra olimpica Omar Abu Rois e il giocatore del Ramallah, Mohammed Nimr. "Chiediamo di non riconoscere ad Israele l'onore di ospitare i prossimi Europei under 21, nel 2013". Un riconoscimento ad un regime di apartheid che sta lasciando morire un giovane atleta di 25 anni, Mahmoud Sarsak, da tre dietro le sbarre di una prigione senza conoscere il crimine commesso.
Tuttavia ogni minuto che passa potrebbe essere fondamentale per la sopravvivenza di Mahmoud. Nessuno prima di lui ha resistito così a lungo. Ed in qualsiasi momento il fisico indebolito e stanco del giocatore potrebbe cedere.
Marta Fortunato
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