sabato 21 gennaio 2012

FORZA D'URTO: IL LATO OSCURO DELLA PROTESTA.

La situazione è degenerata. Per lo meno nella mia città, ad Augusta. Ho ricevuto una mail di un amico commerciante che testimonia di minacce e violenze agli esercizi commerciali. “O chiudi o ti bruciamo il negozio“, questo è quanto un folto gruppo di balordi, infiltrati nei cortei, avrebbe gridato per le vie della città. Tra i negozianti, nelle casse dei supermercati, si diffonde il panico: “Presto, presto, uscite… Stanno arrivando!“. Un vero proprio coprifuoco malavitoso. Le forze dell’ordine che scortavano il corteo sono rimaste a guardare, incapaci di tutelare i diritti dei più deboli e vulnerabili. “Sono solo voci, finitela di ‘cuntari minchiati’ !”, qualcuno afferma. 
La coscienza civica e la libertà dei cittadini, ad Augusta, sono state calpestate dalla prepotenza di barbari inferociti con metodi mafiosi e coercitivi. Pare che episodi simili si siano verificati anche in quel di Lentini. Dov’è finito lo Stato di Diritto?! È una sensazione di rabbia e tremendo sconforto quella che pervade tanti cittadini onesti come me. Ma, di fronte a farti incresciosi come questi, chi non alza la testa rimane inevitabilmente sopraffatto dal fetore dell’omertà. Dalla protesta “senza testa” si è passati alla protesta “senza legge”. Come scrive Sonia Alfano, “la vera rivoluzione, per la Sicilia, sarebbe la legalità”.
Qui di seguito vi giro la mail che ho ricevuto dal negoziante che, per paura di ritorsioni, chiede di restare anonimo:
“Dopo tre giorni di protesta in Sicilia, al quarto giorno succede l’impensabile. I commercianti di Augusta velocemente si danno il passaparola. In molti dicono di essere stati minacciati, alcuni velatamente, altri esplicitamente. È un susseguirsi di notizie che spesso sembrano ingigantite: vetrine rotte, minacce con coltelli, parole dure: “ti bruciamo il negozio”. Il commerciante da sempre è una categoria spesso criticata per il suo cinismo economico e l’attaccamento al lavoro. La realtà è che i commercianti se non aprono la loro attività non guadagnano e ad essere uccisi dalle tasse e dalle merci acquistate ci si mette un attimo. La paura è evidente tra i commercianti del centro, in molti preferiscono “non avere problemi” e chiudere per evitarli. Altri sembrano DECISI nel rimanere aperti, quasi incarnati nella figura dell’eroe-commerciante al servizio del Dio denaro. Ma oggi, 19 gennaio 2010, alle ore 17:00, in meno di mezz’ora il passaparola corre veloce: stanno arrivando! Tutti in fretta e in furia chiudono le porte, serrano le saracinesche e un silenzio che accompagna l’arrivo del corteo. Passano per la via principe, il corso principale, non più di 60 persone, scortate dalla polizia. Facce che non invitano al dialogo che camminano al coro di: “vergogna vergogna!”, rivolto all’unico negozio rimasto aperto: un negozio di scarpe. Il corteo prosegue, i negozi rimangono chiusi. In questa sfida, scoprire chi è il vincitore è impresa ardua”.

Gianmarco Catalano

1 commento:

Anonimo ha detto...

Solo un sacco di Minchiate scritte ad Hoc... Vergognati.