
Pochi giorni fa gli USA cancellano la Cina dalla lista nera dei paesi che violano i diritti umani. Oggi l'esercito cinese violenta tibetani che protestano contro l'occupazione della repubblica popolare che dura da più di cinquant'anni. Ennesima dimostrazione che la libertà d'espressione in Cina è solo un miraggio. Ed è ancora fresco il ricordo della strage di Tien An Men, nonostante i vent'anni passati. Ebbene. Ancora nulla è cambiato. E ai lavoratori cinesi è negato il diritto allo sciopero, ai monaci tibetani vietato il culto buddhista, il Dalai Lama è in esilio, le elezioni sono una sonora farsa. Ho parlato nel titolo di ipocrisie e speranze. E a parte la sceneggiata degli Stati Uniti che definiscono la Cina avviata verso il riconoscimento dei diritti umani, mi riferisco alle olimpiadi di Pechino. Per alcuni è un'inutile ipocrisia; per altri fonte di speranza. Certo potrebbe significare un riconoscimente dell'autorità cinese in Tibet da parte della comunità internazionale. Però, e sono sicuro che i gerarchi del partito comunista cinese cominciano a temerlo, potrebbe spingere la Cina a stemperare il proprio autoritarismo nei confronti dei Tibetani in primis.

L'attenzione di tutto il mondo per alcune settimane sarà concentrata sulla Cina; e la Cina dovbrebbe, per salvaguardare la sua reputazione internazionale, riconoscere le proprie colpe. Ma di segnali del genere non ce ne sono proprio stati. Così Steven Spielberg declina dall'incarico di direttore artistico dei giochi, e molti atleti, complice anche l'aria irrespirabile delle vie di Pechino, annunciano che non gareggeranno. Ai giochi presenzieranno leader di Stati Uniti e Gran Bretagna, e sono tanti gli inglesi e americani che non vogliono essere rappresentati in Cina. Ipocrisia? Voglia di lanciare messaggi forti? Non riesco ancora a dare una risposta. Ma probabilmente tutte e due: non dimentichiamo infatti che la Cina rappresenta un colosso economico nei mercati internazionali, di cui non si vuole fare a meno. Comunque un messaggio lo voglio lanciare. L'ATTUALE SITUAZIONE IN CINA E' INSOSTENIBILE. E' inammissibile che le libertà religiosa, di stampa, di parola, d'espressione vengano negate a milioni di persone. E' inammissibile che in una tale situazione la comunità internazionale sia pressochè muta, - per non parlare dell'Italia -. Almeno spero che da questo punto di vista i giochi olimpici rappresenteranno un input di cambiamento, un nuovo futuro per i liberi pensatori, riconosciuti diritti per i tibetani buddisti. TIBET LIBERO!!!
2 commenti:
E la cina ha avuto anke il coraggio di dire ke i tibetani si ribellano per boicottare i gioki olimpici.
La dignità di milioni di tibetani è stata calpestata da un regime del terrore : un regime comunista.
La Cina calpesta i diritti di un popolo: e questo è deplorevole. Ma tutto il mondo guarda lo "spettacolo" senza far niente: e questo è ancora più deplorevole. Sulle lordure di questo regime capitalistico-comunista si potrebbe scrivere per centinaia di pagine; ma l'occidente fa lo spaccone con dittatori da quattro soldi alla Saddam Hussein (col petrolio) , invece non dice nulla a potenze come la Cina che hanno anche le bombe atomiche (ma senza petrolio).
I fatti accadenti in Cina sono la riprova del fallimento del comunismo: anche di quello capitalista cinese.
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