domenica 29 giugno 2008

ALLARME ZIMBABWE IN AFRICA

Con ottantaquattro primavere sulle spalle Robert Mugabe è stato riconfermato per la quinta volta Capo di Stato dello Zimbawe. E' dal 1980 che governa il paese sopprimendo la libertà d'espressione e i diritti dei suoi abitanti. Ma ciò non è bastato a toglierlo dalla carica che comodamente ricopre in barba alle denunce e alle accuse che costantemente gli vengono rivolte. L'ultima tornata elettorale è stato un esempio claro di quello che accade nello Zimbawe da troppo tempo. L'opposizione, guidata da Morgan Tsvangirai è stata picchiata, infamiata, relegata in un ghetto per tutta la durata della campagna elettorale. Come se non bastasse è pressochè certo che si siano avuti brogli nelle schede. Alcuni sono già stati scoperti. Lo stesso Tsvangirai, all'approssimarsi del voto ha alzato bandiera bianca per porre fine alle violenze verso il suo schieramento e la popolazione inerme. Lasciando di fatto Mugabe unico candidato. A questo punto è scontato che nessun paese civile riconoscerà l'avvenuta elezione. Nè in occidente nè in Africa. Dove Botswana e SudAfrica sono esasperati per i disperati emigranti che sempre più numerosi si riversano sulle loro frontiere lasciandosi alle spalle lo Zimbawe. Il paese è infatti in crisi su tutti i fronti: politico, sociale, economico, sanitario. L'AIDS falcidia la popolazione, ed è poco utile la campagna contro gli omosessuali avviata dal governo di Mugabe. L'economia è in regressione da anni, e a nulla hanno giovato le espropriazioni delle fattorie ai proprietari bianchi. Ogni forma di protesta è immediatamente spenta dalla polizia di Stato. La crisi è dovuta anche alle sanzioni internazionali di cui è vittima lo Zimbawe per la violazione dei diritti umani. La sola Cina, abituata a violarli, intrattiene col paese rapporti commerciali. Nello Zimbawe arrivano però aiuti umanitari. Anche questi sfruttati da Mugabe per propaganda. E concessi solo agli "amici del Partito". Le prospettive non sono affatto rosee. C'è chi chiede un intervento dei caschi blu dell'ONU in missione di pace. Di certo visti i risultati che si sono avuti in Afghanistan, non si trovano motivi per giustificare una protratta indifferenza della Comunità Internazionale a questa situazione. Intanto si stanno già muovendo i primi passi. Con il mancato riconoscimento delle avvenute elezioni e l'applicazione di sanzioni economiche sempre più dure. Per cui però piangono soprattutto i cittadini.

5 commenti:

Miriam Carani ha detto...

Vaccaro: la ringrazio per questo articolo. Ignoravo totalmente la situazione in cui versa lo Zimbawe. Davvero sconvolgente! L'unico rimedio possibile conisterebbe nell'intervento dei caschi blu!

Anonimo ha detto...

Ecco i veri problemi da risolvere. Non questioni nucleari iraniane e quant'altro simile. Il mondo gira male.

Anonimo ha detto...

ma che cazzo stai dicendo?
a tutto si deve pensare!!!

Anonimo ha detto...

In effetti non può essere trascurato l'interesse dell'Iran verso il nucleare. Ne conosciamo già i pericoli senza conoscere gli usi che gli iraniani potrebbero farne. Ma non per questo bisogna dimenticarsi di realtà come lo Zimbawe dove cotidie vengono calpestati i diritti naturali dell'uomo.
In afghanistan si è risolto il problema in quattro e quattr'otto. Perchè non farlo pure in Africa?

Anonimo ha detto...

Non sono daccordo sul fatto che è certo che l'iran si stia costruendo la bomba atomica.
Lo potrebbe fare allora qualsiasi nazione che ha progetti di centrali nucleari. Comunque intendevo dire che ci si concentra troppo in immaginazioni e si perde di vista la realtà, come lo è lo Zimbawe. Ma siccome a molti potenti non interessano i diritti dell'uomo, o almeno i diritti dell'uomo nelle zono che non interessano loro, perchè pensano ai loro interessi, molte situazioni, come lo Zimbawe rimarrano insanate.