Quello che segue è un piccolo estratto del dossier fatto sui CPT (Centri di Permanenza Temporanea) da Sergio Bontempelli nel maggio 2008, e pubblicato sul suo blog sergiobontempelli.wordpress.com, dove potrete leggerne la versione integrale. Il servizio ci è stato segnalato da Ester Madonia, attraverso il gruppo facebook dell'Agorà Spartana http://www.facebook.com/groups/tornarealfuturo, ed è davvero sconvolgente. Buona lettura. FGV
Chi sa cosa succede in questi dannati CPT? «Tu non vieni dalla Turchia, tu arrivi dalla Libia. E quella scritta in arabo lo dimostra. Noi adesso ti rimandiamo da Gheddafi», minaccia un’operatrice del centro, mentre un suo collega le chiede «ce lo lascia un attimo che lo portiamo nella sala delle torture?». «Centinaia di immigrati», prosegue ancora il racconto, «sono seduti sull’asfalto in fila […]. Due rigagnoli di liquido violaceo escono da una porta a destra, […] il liquame puzza di urina e fogna. “Seduti”, urla uno dei carabinieri, […]. “Ma qui in fondo è una schifezza”, dice il collega […]. “Il maresciallo ha detto di farli sedere. Sit down”, grida più forte il primo e sorprende un immigrato alle spalle, frustandolo sulle orecchie con i suoi guanti in pelle. […] Per evitare botte bisogna rassegnarsi e bagnarsi». «I gabinetti», narra ancora Fabrizio Gatti, «sono un’esperienza indimenticabile. […] Docce con gli scarichi intasati, quaranta lavandini, e otto turche di cui tre stracolme fino all’orlo di un impasto cremoso […]. Dai rubinetti esce acqua salata. Non ci sono porte, non c’è elettricità, non c’è privacy. Si fa tutto davanti a tutti. […] E non c’è nemmeno carta igienica: bisogna usare le mani. Lì dentro è meglio andarci di notte perché di giorno il livello dei liquami sul pavimento è più alto dello spessore delle ciabatte e bisogna affondarci i piedi».
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